Da Vito Mancuso a Guido Tonelli: il monastero di Fonte Avellana sarà il centro della prossima edizione dedicata a cultura e scienza
Lella Mazzoli, direttrice del festival di giornalismo culturale, la cultura riuscirà là dove la medicina ci sta provando, ovvero a battere il covid?
«Se riuscirà o meno non lo so, ma certamente la cultura è il vero antidoto a questo momento. Al di là dei vaccini, che sicuramente arriveranno, quando non lo sappiamo, il nostro approccio al modo di vivere deve cambiare e questo può avvenire con un processo culturale. La cultura è sempre stata centrale e oggi ancora di più, è lo strumento per fare quello che la scienza non è riuscita a fare. La scienza non può tutto, la cultura come modello di vita può più della scienza. E non è un caso che il nostro festival quest’anno si richiama a “Cultura e scienza“. E non a caso alla conclusione dell’ultima edizione, a ottobre, avevamo deciso questo tema».
Premonitori?
«No, piuttosto la cultura è il braccio armato della scienza, lo strumento straordinario per cambiare i nostri atteggiamenti quotidiani».
Qual è il messaggio che arriverà dal festival?
«Ogni anno l’osservatorio “New Italia“ ha condotto la ricerca su come s’informano gli italiani. Il focus di quest’anno è: come gli italiani si sono informati su scienza e covid, cosa hanno letto e cercato. E abbiamo chiesto agli italiani se è cambiato il loro atteggiamento nei confronti della vita e il loro modo di cambiare e di credere. Come si è modificata la loro fede».
E cosa ne è scaturito?
«Ci sono stati cambiamenti straordinari nel modo di informarsi e di leggere. Certamente la cultura classica, con Manzoni ad esempio, è tornata ad essere molto presente nella nostra vita culturale e letteraria. Sarà curioso vedere come la gente si è informata sul covid, ma questo lo annunceremo a tempo debito».
E’ aumentata la ricerca in rete?
«No, è stabile. Il mainstream ha guadagnato spazio, anche se non tutto».
E la carta?
«Meglio non dirlo».
Veniamo al festival, quando e come partirete?
«Avremo anteprime, la più curiosa e interessante è quella del 23 agosto a Fonte Avellana: ci sarà una lettura di Dante che anticipa l’anno dedicato a lui. Leggeremo il XXI canto del Paradiso, dove si fa riferimento a Fonte Avellana e al Catria e in cui attraverso San Pier Damiani fa una sorta di riflessione sul potere temporale della chiesa».
Cosa centra questo con la scienza?
«Parleremo di una scienza particolare, l’astrofisica, con un grande studioso come Guido Tonelli. Lui parlerà del cielo. Attraverso Dante invece parleremo dei cieli, diversi, ma che rimandano anche al cielo reale. La Lectio Magistralis di Tonelli sarà l’11 ottobre, ma il 23 agosto sarà una bella anticipazione. In quest’occasione i frati di Fonte Avellana esporranno tre Divine commedie: una del 1700, una del 1800 e quella istoriata da Guttuso di una bellezza straordinaria. La lettura sarà di Lucia Ferrati. Visiteremo anche il bellissimo monastero. Le adesioni sono già aperte a segreteria.fgc@gmail.com»
Chi saranno gli ospiti?
«Ci sarà Massimo Bray il 3 ottobre col suo libro “Alla voce cultura“ edito da Manni, poi tre Lectio magistralis con Marco Malvaldi il 9 ottobre a palazzo Ducale di Urbino, Vito Mancuso a Fonte Avellana il 10 ottobre e infine Guido Tonelli il giorno dopo sempre a Fonte Avellana. Tra gli ospiti avremo Alessandro Zaccuri, Massimiliano Panarari, Paolo Di Paolo, Daniela Minerva, Antonella Viola, Quirino Principe, Marco Cattaneo e altri. E una grande sorpresa»
Quale?
«Per il festival i frati esporranno, il 10 ottobre, alla presenza di Quirino Principe uno dei più importanti musicologi che duetterà con Ludovico Bramanti su Rossini religioso, verrà esposto il codice originale NN che è il primo pentagramma di Guido d’Arezzo».