Il tema della settima edizione del Festival del Giornalismo Culturale è “il viaggio”, nella sua accezione più ampia e trasversale. Il viaggio nel giornalismo, ovviamente e anzitutto, perché la stampa stessa nasce anche come strumento per ricevere più informazioni possibile da più luoghi possibile, ma al pari delle scorse edizioni cercheremo di approfondire il modo in cui le varie forme culturali si sono misurate con il tema. E quindi il viaggio nella letteratura, nella storia, nell’arte, nel cinema e nella musica.
Esplorare per poi condividere le proprie osservazioni tramite le diverse forme di narrazione sarà dunque il filo rosso di questa edizione del Festival che guarda al viaggio come elemento di percorso e conoscenza, di esperienza che arricchisce, come luogo di scambio e momento di incontro e confronto con gli altri e la diversità.
Quest’anno vorremmo cercare di fondere due dei filoni forti e originari del Festival – la fotografia di ciò che accade all’informazione culturale e l’analisi della comunicazione culturale – attraverso l’esame e il racconto della loro forma, della loro architettura, della loro struttura. Che significa lingua, linguaggio, parole. Le parole della cultura, i linguaggi che l’informazione e la comunicazione culturale usano, le tecniche per raggiungere il pubblico, il modo in cui si comunica il patrimonio culturale.
Come erano, come sono, cosa stanno diventando, come migliorarle, quando e perché sono efficaci, perché stanno cambiando. Tante domande, come sempre al Festival del giornalismo culturale, alle quali risponderemo con le formule tradizionali di lectio, narrazioni, dialoghi, conversazioni, spettacoli, mostre. Ci poniamo l’obiettivo di avere una partecipazione attiva attraverso il confronto aperto del pubblico con i protagonisti del Festival
Arrivare alla quinta edizione per un Festival significa entrare in una fase di maturità. Significa aver risposto a una serie di interrogativi e aver iniziato a costruire un rapporto solido con il territorio e con il proprio pubblico. Siamo partiti da Urbino, due anni fa si è aggiunta Fano, adesso anche Pesaro.
L’esperienza di questi anni ci ha insegnato tanto, ci ha fornito indicazioni sui temi, sul rapporto con i partecipanti, sugli ambiti di ricerca. Ne è emersa una convinzione. I campi sui quali occorre lavorare con attenzione e tenacia sono due: la comunicazione del nostro patrimonio culturale e le nuove frontiere del giornalismo culturale.
La prima – scontato dirlo – fa parte dell’identità più profonda del nostro Paese. Il successo degli incontri dell’edizione 2016 ci impone di tornare sull’argomento, per riflettere sulle modalità e sui linguaggi di una comunicazione che faccia della cultura il suo centro di interesse e di promozione. E ci permetta di comprendere ancora meglio come si informano i pubblici e come si avvicinano, in particolare attraverso le nuove tecnologie.
L’altra lezione riguarda il futuro. Il giornalismo è cambiato moltissimo in questi ultimi dieci anni, i media tradizionali si sono indeboliti e la rete è diventata – anche per l’informazione culturale – un veicolo indispensabile. Ha imposto a tutti un rinnovamento generando nuovi attori, nuovi soggetti, nuovi modelli, in qualche caso efficaci ed economicamente sostenibili.
Il Festival sarà l’occasione per gettare luce su entrambi i settori. Quattro giornate tra Urbino, Pesaro e Fano, nelle quali ospiteremo personalità di spicco nel settore culturale, professionisti, critici e giornalisti, direttori di musei e manager. Partiremo come ogni anno da una ricerca dell’Osservatorio News-Italia, e ci saranno eventi, concerti, mostre. Racconteremo, attraverso confronti ed esperienze, le avanguardie di un settore multiforme e in forte evoluzione, e moltiplicheremo gli spazi per permettere al pubblico di confrontarsi con i nostri ospiti, così da rendere il Festival sempre più vivo e partecipato.
Il sottotitolo della quarta edizione del Festival del giornalismo culturale di Urbino e Fano fa capire come quest’anno ci sarà un cambio di marcia. Nelle tre edizioni precedenti, per così dire “generaliste”, abbiamo fatto il punto sullo stato di salute dell’informazione culturale italiana, abbiamo fotografato i media ed esaminato il potenziale per la crescita del Paese con l’obiettivo di capire come i nuovi media stiano cambiando l’offerta. Nel 2016 abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul patrimonio culturale e la sua promozione e comunicazione, un tema più specifico ma a nostro avviso di grande importanza.
Tre giorni di descrizione del rapporto tra media e patrimonio culturale, di analisi della comunicazione dei musei, di riflessioni su come si determina e quali caratteristiche assuma la percezione degli italiani sulla bellezza che li circonda. Partiremo come ogni anno da una ricerca dell’Osservatorio News-Italia -che risponderà a questa domanda: come musei e gallerie si comunicano e si promuovono e quali strumenti utilizzano gli italiani per informarsi-, per poi costruire un percorso che permetterà al pubblico di incontrare esperti, ascoltare scrittori e direttori di musei italiani e stranieri, confrontarsi su un tema decisivo per il Paese e per il futuro del nostro patrimonio culturale, l’identità forse più vera e profonda dell’Italia, attraverso lectio, dialoghi, interviste, spettacoli, concorsi.
Il Festival del Giornalismo Culturale è un evento curato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo che si terrà a Urbino il 23-24 aprile 2015 e a Fano il 25-26 aprile 2015.
Dov’è la cultura oggi? Chi, come e dove la comunica, la trasmette, la promuove? E’ il passo in avanti che la terza edizione del Festival del giornalismo culturale intende muovere.
Nel 2013 c’eravamo posti come obiettivo una descrizione generale dell’informazione culturale in Italia; nel 2014 abbiamo cercato di capire capire se e come l’informazione culturale possa contribuire a far uscire il Paese da una crisi che era ed è economica ma non solo economica.
Gli interrogativi di quest’anno, ambiziosi, complessi, partono da una serie di assunti ineludibili: la rivoluzione digitale sta ridefinendo il campo culturale; non ha più bisogno di dimostrazioni la correlazione tra cultura e benessere; cambia ma forse conserva centralità chi della cultura è intermediario.
Diventa dunque urgente affrontare la domanda iniziale. Dov’è la cultura? Chi la trasmette? E come?
Il Festival del Giornalismo Culturale è un evento curato dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo che si terrà a Urbino il 25-26-27 aprile 2014.
Una tre giorni di lectio, dibattiti e confronti in cui giornalisti, scrittori e accademici saranno chiamati a discutere di informazione e cultura in alcuni dei luoghi simbolo della città.
Di cosa dovrebbe occuparsi l’informazione culturale nell’Italia di oggi? Gli intellettuali sanno parlare ai/con i media? Il giornalismo culturale può contribuire allo sviluppo del Paese? Quanto è decisiva per la crescita del Paese -non solo in senso economico- un’informazione culturale di qualità? Ci servono intellettuali o competenti? A che punto è il manifesto per la cultura de Il Sole 24 Ore? Queste le domande alle quali il Festival proverà a rispondere riflettendo sui concetti di responsabilità e sul rapporto tra l’informazione e il paese reale, sulla scienza e la conoscenza.
È un’idea del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche dell’Università di Urbino Carlo Bo. Si è svolta a Urbino il 3 e 4 maggio 2013.
Due giorni di lectio, dibattiti e confronti in cui giornalisti, scrittori e accademici hanno discusso di informazione e cultura.