Lucia Goracci, già corrispondente e responsabile della sede RAI di Istanbul, oggi inviata al Tg3, segue da 20 anni le principali guerre mediorientali e più di recente i fronti contro l’ISIS. Tra i pochi giornalisti internazionali a testimoniare, da dentro l’assedio, la resistenza al califfato della cittadina curda siriana di Kobane; seguirà poi la liberazione di Raqqa e di Baghouz. Come inviata della RAI, è anche nelle città europee colpite negli anni dal terrorismo ISIS: Parigi, Nizza, Bruxelles, Istanbul. Nel 2016 è in esclusiva italiana nella cittadella di Aleppo e a Palmira subito dopo la liberazione dal califfato; e segue tutta l’offensiva per liberare Mosul (ottobre 2016-luglio 2017). Copre per la RAI il golpe sventato in Turchia, dove realizza una delle poche interviste internazionali – ed esclusiva italiana – con il presidente turco Erdogan. Nell’agosto 2020 è al porto di Beirut dopo l’esplosione di 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio e copre anche le proteste che seguono all’evento. Nell’agosto 2021 racconta la fine della missione Nato in Afghanistan e l’attentato terroristico all’aeroporto di Kabul. Quindi, nei mesi successivi, realizza una serie di reportage esclusivi sull’emirato islamico afghano, percorrendo da nord a sud l’intero paese. Nel Gennaio 2023 a Brasilia, copre l’assalto ai palazzi delle istituzioni (Esecutivo, Parlamento, Corte Suprema) ad opera dei sostenitori dell’ex-presidente Bolsonaro, ad appena una settimana dall’insediamento del successore Lula. Nel giugno dello stesso anno torna in Iran, con uno dei primi visti rilasciati ai media internazionali, per raccontare in una serie di reportage la disobbedienza civile delle iraniane dopo la repressione delle proteste. L’attività di inviato di guerra le vale diversi riconoscimenti, tra cui i premi Antonio Russo, Ilaria Alpi, Luigi
Barzini , Maria Grazia Cutuli, Luchetta, Biagio Agnes, Mario Francese e il Premiolino.