Che obiettivi ci eravamo posti lo scorso anno e quali quest’anno?
L’altr’anno, quello di fotografare il fenomeno, misurarne la salute, capire le direzioni che stava prendendo – tenendo assieme varie forme culturali e facendo convivere momenti di riflessione anche tecnica con lectio di figure popolari e acute, e musica, e cultura enogastronomica, e concorsi per studenti e giovani giornalisti. Un piccolo bilancio dell’edizione dello scorso anno è su questo stesso sito.
Quest’anno abbiamo pensato di fare un passo avanti e sintonizzarci il più possibile con il Paese, con la società italiana, di qui il titolo L’informazione per la cultura. Forse è semplicistico l’interrogativo: che cosa può fare l’informazione culturale per il Paese? Perché è sempre un po’ corrivo, un po’ angusto attribuire compiti precisi o materiali alla cultura e quindi anche all’informazione che si occupa di cultura.
E tuttavia ci sembra innegabile che in questi ultimi anni sia diventata centrale la riflessione sul declino italiano e più urgente, più continua la domanda sul come uscirne, come invertire la rotta.
La riflessione sul declino ci ha portato a trovare risposte soprattutto economiche ma non solo economiche, perché più volte si è detto che la crisi italiana è una crisi più generale, più profonda, una crisi culturale, qualcuno ha parlato di crisi antropologica.
Il punto è che è cresciuta la consapevolezza del ruolo e delle responsabilità della cultura, anche perché siamo sempre più consci del nesso strettissimo che c’è tra la cultura, l’istruzione, e il tasso di innovazione, in ultima analisi il benessere – quale che sia il significato di questa parola… – di un Paese.
E allora se la cultura è elemento decisivo, il veicolo della cultura lo è altrettanto, il ruolo di chi fa da tramite, da selettore, da mediatore, da portatore d’acqua tra la fonte, tra chi produce cultura, tra i prodotti culturali e il pubblico più o meno largo, e dunque chi parla di cultura, chi fa giornalismo culturale sulla panoplia di media che abbiamo oggi a disposizione ha una grande responsabilità.
Un ruolo, una responsabilità che ci consegnano vari interrogativi, che sono la trama, lo scheletro delle sessioni dell’edizione di quest’anno.
Eccoli, ma altri ne verranno proposti durante lo svolgimento del Festival:
– Di che cosa dovrebbe occuparsi il giornalismo culturale?
– Gli intellettuali e il pubblico, la qualità e i mass media. Dialoghi difficili? E perché?
– Se la cultura è motore di sviluppo c’è un compito specifico per l’informazione culturale?