Chi è il co-direttore Giorgio Zanchini
#GliamicidelFestival una rubrica per raccontare le personalità del Festival, i direttori, gli ospiti e i tantissimi amici che ci supportano e faranno parte della prossima edizione.
1) In RAI dal 1996, giornalista culturale e conduttore radiofonico, co-Direttore del Festival del giornalismo culturale. Qual è la storia di Giorgio Zanchini?
In poche parole, un itinerario incerto, ma che poi si è stabilizzato sul giornalismo radiofonico. Incerto perché all’inizio della mia vita professionale mi sono diviso tra la pratica forense – sono avvocato – la ricerca universitaria e il giornalismo. Poi ho vinto un concorso alla RAI e quel fatto ha diciamo così determinato il mio destino. Però le altre passioni restano.
2) Che cosa è cambiato negli ultimi anni nel mondo del giornalismo culturale e che cosa consiglia a un giovane che vuole intraprendere il suo stesso percorso professionale?
E’ cambiato moltissimo perché la Rete ha per cosi dire decostruito il campo giornalistico, portando disintermediazione e quindi indebolimento delle figure professionali. Che debbono oggi essere capaci di lavorare su diverse piattaforme e vari media. Quindi più che un consiglio è un invito alla consapevolezza: bisogna essere flessibili e introiettare l’idea che per molti anni si scriverà o lavorerà per varie testate.
3) Il Festival del giornalismo culturale è diventato un appuntamento annuale di riflessione e di confronto sui temi della cultura. Da quale esigenza è nata la voglia di raccontare con un Festival le nuove frontiere del giornalismo culturale?
Io credo che a muoverci sia stata soprattutto l’idea, la convinzione che mancasse un momento, uno spazio, un luogo dove si potesse riflettere su come i media si occupano di cultura. Ci sono festival su tutto, in Italia, mancava il nostro.
4) Ultima domanda: ci consiglia un libro?
Vi consiglierei Il corpo del reato di Carlo Bonini, è un libro inchiesta sul caso Cucchi. Un ottimo strumento per imparare come si fa un’inchiesta, come si scava, come si approfondisce, scritto tra l’altro in modo molto efficace.