A Urbino i dati delle ricerche sui micro-musei e l’informazione culturale
La seconda giornata del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino è stata aperta della lectio magistralis di Massimo Osanna, Direttore Generale della Soprintendenza di Pompei dal 2016.
Poco dopo, Vincenzo Trione, nel Salone del Trono del Palazzo Ducale di Urbino, ha presentato la sua ricerca sui micro-musei italiani. Ciò che ha mosso il suo gruppo di lavoro è stata la volontà di rappresentare l’altra faccia, spesso nascosta, del patrimonio culturale italiano. Ma a cosa ci riferiamo quando parliamo di micro-musei? Nella sua ricerca Trione ha considerato micro-musei quelle strutture presenti sul territorio nazionale che: non sono state comprese dal MiBACT tra i super-musei e ricadono fuori dai circuiti ufficiali e di massa.
La mappatura di Vincenzo Trione ha diviso i micro-musei pubblici nelle seguenti tipologie: d’arte, archeologia, arte antica, arte moderna, arte contemporanea, design, archeologia, etnografici ed antropologici. Inoltre sono stati intercettati anche i micro-musei d’impresa e i micro-musei domestici.
Lella Mazzoli, invece, ha illustrato i dati emersi dalla ricerca Informazione e patrimonio culturale. Come si informano gli italiani, realizzata dall’Osservatorio News-Italia e dal LaRiCA dell’Università di Urbino. Tra i principali risultati si segnalano: la televisione che precede ancora internet nell’informazione culturale, la fruizione digitale dei contenuti che ormai è sempre più mobile e la maggior parte degli intervistati italiani che vorrebbe più cultura sia in televisione che online.
(Foto di Matteo Marini)